Descrizione
E poi ci sono le eruzioni che nessuno ha visto. Quelle perse nella memoria del mondo, sotterrate negli strati tettonici, mescolate a fossili di creature che non eravamo noi. Erano, quelle eruzioni, un premonire di forme, preparazione di paesaggi, l’attesa del silenzio che sarebbe stato dopo. Dopo fu l’eruzione vegetale che ricopre, quella animale che popola, e ripopola. Nascono qui i miti e i riti che fanno il racconto collettivo della terra e di chi c’è. Sono loro, la fotografia di tutte quelle eruzioni ancestrali.
La fotografia però è viva, ed è imprevedibile come i sogni. La vediamo risvegliarsi ogni anno. È la mente collettiva di questo luogo, che ogni anno si prepara a ricominciare da capo. In cima alle ere geologiche, ai miti ai riti e ai racconti, Napoli Explosion viene fuori dalla memoria della montagna, e partecipa alla sua ciclicità. Le montagne, si sa, sanno essere calme, sanno star ferme, sanno aspettare. Ma portano nel loro ventre la memoria della tempesta. Quella memoria è la fotografia che Mario Amura da anni sta facendo.
Sylvain Bellenger