Mario Amura
Mario ha un segreto. Ogni volta che fotografa, diventa invisibile. È in grado di scattare centinaia di foto e rimanere completamente inosservato, come un manifesto su un muro o un lampione all’angolo di una strada. Non ho mai capito come ci riesca, ma forse è proprio questa la chiave del fare arte: essere invisibili eppure allo stesso tempo esserci indiscutibilmente, comprimere la propria presenza e la propria voce per permettere al mondo che ci circonda di decomprimersi, di espandersi, di esprimersi. Qualcosa del genere, parve al mistico ebreo Isaac Luria nel XVI secolo, accade a Dio nel momento della creazione.
Mario AmuraSerenella Iovino
Mario Amura nasce a Napoli nel 1973. Il suo percorso di formazione ha inizio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia dove segue le lezioni del maestro Giuseppe Rotunno. Dal 2000 al 2012 cura la fotografia di varie opere cinematografiche presentate, poi, nei più prestigiosi festival internazionali : Cannes, la Berlinale, la Biennale di Venezia. Nel 2003 riceve il premio dell’Accademia del Cinema Italiano David di Donatello con il cortometraggio Racconto di Guerra ambientato nella Sarajevo sotto assedio del 1996.
Dal 2005 lavora al progetto StopEmotion, con cui inizia la sua ricerca fotografica finalizzata alla frammentazione della linearità del tempo cronologico in picchi emozionali. Il Tempo ne esce purificato, smette di essere una misura, diviene un oggetto concreto la cui essenza è la visibilità delle emozioni. Con la tecnica dello StopEmotion raccoglie materiale fotografico in Bosnia, in India e nella Cina rurale, in Cambogia, in Sri Lanka, in America Latina, in Inghilterra, in Francia. I suoi progetti di reportage fotografico sono contraddistinti dalla necessità di maturare attraverso lunghissimi archi temporali.
Dal 2007 lavora al progetto Fujenti tutt’ora in progress. Napoli Explosion è un progetto iniziato nel 2010 e tutt’ora in progress.